Figura importante del vigneto di Saint-Émilion fino all’inizio del XX secolo, Albert Macquin ha lasciato un segno indelebile nella tenuta che porta il suo nome. È a lui che si deve l'uso della vite su portinnesto, che ha permesso di scongiurare le devastazioni della fillossera. Perfettamente situato sull'altopiano di Saint-Émilion, a un'altitudine che varia dai 75 ai 100 metri, il vigneto Pavie Macquin si estende per 15 ettari composti da un unico appezzamento. I suoi vicini sono illustri: Pavie a sud e Troplong Mondot a ovest. I nipoti di Albert Macquin, ora al timone della tenuta, nel 1994 hanno nominato Nicolas Thienpont responsabile di Pavie-Macquin. Nicolas Thienpont si avvale dei consigli di Stéphane Derenoncourt, che già seguiva la tenuta da diversi anni. Il duo lavora egregiamente. È stata redatta una cartografia del vigneto, che ha consentito di distinguere circa nove tipologie di suoli, per ciascuna delle quali sono state adattate le modalità di viticoltura e di vinificazione. La gestione agronomica è ispirata ai principi della biodinamica, che vietano l'uso di erbicidi e si basano sull'utilizzo di processi biologici come il compost. A questi si aggiungono anche alcuni procedimenti moderni, come ad esempio la micro-ossigenazione, che consiste nell'apporto di ossigeno in alcune fasi chiave della vinificazione. L'espressione aromatica del vino viene così intensificata. I vini maturano dai 16 ai 20 mesi in barrique nuove all'50%. Nel 2006, durante la revisione decennale della classificazione di Saint-Émilion, Pavie-Macquin è stato insignito del rango di 1er Grand Cru Classé B, riconoscimento confermato anche nel 2012 e 2022.

Pavie Macquin è un vino armonioso, dalla tessitura tannica vellutata e dai dirompenti aromi di frutti neri. Questa cuvée - frutto della collaborazione tra Nicolas Thienpont, proprietario della tenuta, e l’enologo Stéphane Derenoncourt - ha tutte le caratteristiche di un gran fuoriclasse: eleganza, armonia, intensità e profondità. Ogni fase della produzione è realizzata con la massima cura, dalla coltivazione in vigna all’imbottigliamento. La tenuta ha optato per metodi rispettosi dell’ambiente, anche se non certificati: dal divieto degli erbicidi all’uso di fertilizzanti naturali (tisane, decotti, infusi, compost), passando per le rese controllate. Alcune tecniche più moderne permettono di intensificare l’espressione aromatica del vino, come la micro-ossigenazione che consente di introdurre piccole quantità di ossigeno durante le tappe principali della vinificazione. Infine, il vino viene lasciato invecchiare per 16-20 mesi in barrique nuove al 50%. Dotato di un buon potenziale di invecchiamento, “raggiungerà il suo apice dopo circa quindici anni di riposo in cantina” come suggerisce la Guida Bettane e Desseauve. Un autentico must per gli amanti dell’AOC Saint-Emilion!