Languedoc
In questa regione, situata tra il Gard, l’Hérault e l’Aude, la viticoltura è stata introdotta dai Greci nel V secolo a.C. e in seguito sviluppata dai Romani. Oggi, dopo il reimpianto successivo alla distruzione provocata dalla fillossera, la coltivazione della vite si estende su una superficie di 35.000 ettari, che fanno del Languedoc uno dei più grandi vigneti francesi. Le caratteristiche principali della regione si possono riassumere in una grande diversità di suoli e in un clima mediterraneo, connotato dalla presenza dei venti dominanti di maestrale e tramontana.
I viticoltori del Languedoc sono riusciti a creare una vera e propria identità comune, nonostante la presenza di un gran numero di denominazioni: vini senza IG, vini IGP e AOP - a loro volta suddivisi nella denominazione regionale Languedoc, nelle denominazioni subregionali (Saint-Chinian, Limoux, Pic Saint Loup, Terrasses du Larzac...) e in denominazioni comunali (Boutenac, Minervois La Livinière...). Inoltre in Languedoc si producono anche vini liquorosi.
La maggior parte dei vini nel Languedoc sono frutto di assemblaggi di diverse varietà. Per quanto riguarda le uve a bacca rossa (il 75% della produzione della regione è costituita da vini rossi), la syrah è la più coltivata, seguita da altre uve provenienti dalla Valle del Rodano o da Bordeaux e dal mourvèdre. Per quanto riguarda i vitigni a bacca bianca, il più coltivato è lo chardonnay (passato da 1.000 a 14.400 ettari in 20 anni), seguito da altre varietà (marsanne, roussanne, ecc.).
Le tenute più importanti del Languedoc sono: La Grange des Pères, Mas Daumas Gassac, Peyre Rose (Marlène Soria).