Il nome di questa tenuta viene dal provenzale antico e significa “roccia caduta” o “rocher tombé” in francese, il nome del vigneto nel XIX secolo. Il proprietario Eric Bouletin l’ha scelto per rendere omaggio alle sue radici. Il suo attaccamento alle origini non gli ha tuttavia impedito di sposare Junko, una sommelier giapponese che oggi lavora con lui nella tenuta. Eric ha portato il raccolto in una cantina cooperativa di Vacqueyras fino al 2000, poi ha deciso invece di occuparsi direttamente della vinificazione. Il suo vigneto è costituito essenzialmente da vecchie viti di grenache, dell’età di oltre 80 anni. Le vigne sono piantate tra cipressi, mandorli e ulivi, quindi sono relativamente protette dal maestrale. Il vigneto comprende anche vigne di syrah, mourvèdre e altri vitigni che Eric Bouletin ha aggiunto in percentuali molto basse per affinare i vini. Per proteggere il più possibile i terreni, non vengono usati diserbanti né concimi chimici.

Questo Vacqueyras Blanc nasce da un assemblaggio di diversi vitigni provenienti da parcelle argillo-calcaree profonde, terreni di garriga e galets roulés. Le rese sono limitate a 30-35 hl/ettaro a seconda dell’annata. La vendemmia si svolge a mano la mattina presto, al fine di conservare la freschezza del frutto. Le uve subiscono una pressatura diretta e una sfecciatura di 24h a freddo, per poi essere travasate in botti di rovere senza lieviti. Il vino viene infine invecchiato un anno su fecce fini in barrique da 500 litri. Al naso si avvertono note di frutti freschi bianchi e di fiori. Il palato è rotondo, schietto e fresco. Un vino da gastronomia, da degustare insieme a conchiglie di Saint-Jacques o ad un pollo in salsa.