Arbois Pupillin Ploussard La Chamade Bornard 2016

Presentazione del lotto

Arbois Pupillin Ploussard La Chamade Bornard 2016

La cuvée

Forse non avete mai sentito parlare di Philippe Bornard... Eppure, la reputazione di questo discreto viticoltore ha raggiunto gli stessi livelli di Pierre Overnoy, maestro indiscusso dello Jura. Anche quest’ultimo l’ha definito come “il migliore produttore di vini senza etichetta che conosca”. Philippe Bornard ci propone un Arboir Pupillin Rouge, prodotto con un vitigno tipico della regione: il ploussard (conosciuto anche con il nome di poulsard). Il viticoltore ha optato per una vinificazione meticolosa e rispettosa del frutto. Le vigne sono coltivate con metodi biologici, certificati dall’etichetta Ecocert dal 2013. In cantina, i solfiti vengono utilizzati solo in dosi omeopatiche.
Alla degustazione, si presenta rosso chiaro, quasi tendente al rosato. Il suo bouquet aromatico sprigiona note di frutti rossi e altri sentori tipici dell’uva, chiamati foxy. Al palato, il suo profilo armonioso, croccante e intenso è strutturato da una fine trama tannica. Vi consigliamo di degustare questa cuvée in gioventù, per apprezzare appieno i suoi generosi aromi fruttati. Accompagnerà a meraviglia una carne in umido, una terrine di fegato di pollo o uno sformato ai funghi.

Informazioni sulla tenuta: Bornard

Viticoltore dal profilo riservato ma cha lavora con grande passione, Philipe Bornard, ha deciso solo nel 2005 di produrre il suo vino con una propria etichetta e di non conferire più alla cooperativa locale. Il padre Overnoy, che non ha bisogno di presentazioni nella regione, diceva di lui che produceva il miglior vino senza etichetta che conoscesse.
Il gran numero di cuvée che realizza oggi è interamente prodotta all'interno della denominazione "Vin de France". Gli stili sono diversi e vari, dal vin jaune al “pet 'nat'”, passando per i bianchi ouillés. Non passa anno senza che Philippe Bornard sperimenti qualcosa di nuovo. I vini sono addizionati con pochissima solforosa, solo per evitare delle brutte sorprese durante la loro degustazione.
Per quanto riguarda il terroir, le vigne sono coltivate su marne grigie, rosse, blu e scisti venate di argilla. I sette ettari della tenuta sono gestiti in regime di agricoltura biologica dal 2005 e certificati ecocert dal 2013.

Caratteristiche specifiche